giovedì 30 aprile 2015

La più brutta via del mondo...


Se qualcuno aveva incautamente candidato Rua Gonçalo de Carvalho come la più bella via del mondo, mi permetto, altrettanto incautamente, di proporre Avenida Paulista per il fondo della classifica.

La percorro quasi tutta a piedi nei suoi 3 chilometri. Riconosco che l'architettura di alcuni grattaceli sia molto progressiva, posso ammettere che il Sao Paulo Museum of Art sia un edificio ispirato da una certa creatività. Convengo sul fatto che sia esteticamente molto più bella del decadente centro storico.
Ma il fatto è che la trovo totalmente priva di significato, un semplice ammasso di investimenti finanziari provenienti probabilmente da tutto il mondo senza che a questo corrisponda nulla che possa comunicare una personalità o una storia di un popolo e di una città. Non c'è nulla della maestosità claustofobica capitalistica di Wall Steet, e nemmeno della follia idolatrante e consumistica della moderna Cina.
Shopping center banali si succedono l'uno all'altro in una noia mortale.
L'impressione è che qualcuno abbia piazzato qui tutta questa roba senza che nessuno lo abbia veramente chiesto o desiderato. Si respira una globalizzazione poco convinta.
Visito il museo che mi sembra anch'esso allestito con poca convinzione come a dire: ce lo abbiamo anche noi!

Mi concedo una piccola deviazione nel Parque Prefeito Mário Covas, che sembra quasi una foresta tropicale. Qui qualche passante trova un momento di pausa qui. Anche uno dei barboni che affollano l'Avenida.


Riconosco più la Sao Paulo che ho conosciuto in questi giorni in un piccolo negozio di una traversa.
Si chiama Endossa ed è una formula commerciale particolare. Riproduce in miniatura i classici shop-in-shop che troviamo alla rinascente o da Harrods ma in questo caso ad esporre e vendere sono dei piccoli designer locali, startup del fashion, artigiani. Ognuno nel suo piccolo allestisce il proprio micro-spazio con la propria merce: abbigliamento, gioielli.
Se vendi bene ti fanno restare altrimenti fanno subentrare qualcun altro.



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