giovedì 20 giugno 2013

Come un insetto

Vinco il mio senso di smarrimento e la mia iniziale repulsione. Faccio una doccia, esco dall’albergo e mi tuffo tra la folla.
La zona intorno a me è affollata da una quantità di baracchette sui marciapiedi, in ognuna una piccola attività commerciale: cibo, bevande, barbieri improvvisati e le più disparate attività che gli esseri umani possono inventarsi per sbarcare il lunario. Una baracchetta ha un insegna con scritto “Typing center”. Mi chiedo cosa sia. Un tizio ha recuperato una vecchia macchina da scrivere e si offre di battere a macchina lettere. Un signore gli sta dettando qualcosa e lui scrive.
A far sorridere qui a Bombay è anche l’esagerazione con cui si definiscono i negozi. Una baracchetta con una malandata fotocopiatrice si chiama “International Copy Center”, una banale e polverosa merceria “Dream Fashion World”. Non so se ci sia dell’ironia in tutto questo.

E’ curioso come comunque l’essere umano si adatti velocemente ad un ambiente. Dopo qualche decina di minuti ho preso possesso della zona, ne ho intuito i punti cardinali e soprattutto mi muovo con dimestichezza: scanso auto e baby taxi, mi lascio strombazzare da loro per spostarmi all’ultimo secondo, attraverso la strada tra le auto con il semaforo rosso (rosso o verde qui fa lo stesso). Anche io mi sono fatto un po’ insetto. E capisco che ogni insetto in fondo può avere la sua storia.

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