L’aeroporto Ataturk di Istanbul è molto moderno e molto
grande. Guardandomi intorno mi da l’idea di una di quelle scene di Guerre
Stellari o di Men in Black; questi porti intergalattici dove si incrociano
esseri da tutti i pianeti. Un’infinita tipologia di copricapi, vestiti, colori,
lingue. Europei, Americani ma soprattutto asiatici e gente dalle tante
repubbliche ex sovietiche.
Certo questo lo puoi vedere in ogni aeroporto internazionale
ma la sensazione qui è diversa. Se sei a New York senti di essere in America e
gli ‘altri’ sono stranieri viaggiatori. Qui invece ti rendi conto di quale
punto di contatto sia questo posto rispetto a tante parte del mondo. Un vero
‘porto di mare’. Devo dire che tante cose che ho noiosamente studiato a scuola
assumono un significato. Ora è tutto tecnologico ma non si fa fatica ad
immaginare che qualche centinaio di anni fa non doveva essere molto diverso:
commercianti da tutte le parti del mondo con strani copricapi si incontravano
qui per fare affari, per far passare le loro merci dal canale del Bosforo.
A proposito: i ragazzi che avevo ripreso a suonare per strada sono un gruppo chiamato "Light in Babylon".
La ragazza (bellezza imbarazzante) si chiama Michal Elia Kamal, Israeliana di origine Iraniana, il suonatore di Santur è Turco, il chitarrista è Francese. Fanno una world music fusione di diverse culture.
http://www.lightinbabylon.com/
A proposito: i ragazzi che avevo ripreso a suonare per strada sono un gruppo chiamato "Light in Babylon".
La ragazza (bellezza imbarazzante) si chiama Michal Elia Kamal, Israeliana di origine Iraniana, il suonatore di Santur è Turco, il chitarrista è Francese. Fanno una world music fusione di diverse culture.
http://www.lightinbabylon.com/
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