lunedì 17 giugno 2013

La città senza fine

A bordo del Maglev Train (che in 8 minuti traversa Pudong alla velocità di 400 Km/ora) ripenso a questi giorni spesi a Shanghai. Devo dire che, ancora una volta, non ho visto molto. Il lavoro, combinato al fuso orario, mi hanno costretto spesso in albergo e anche il caldo torrido non mi ha aiutato. Ma è possibile cogliere veramente qusta Shanghai moderna?
Questa mattina sono stato nella Shanghai vecchia. Sentivo di volerla vedere per avere
almeno un punto fermo. Da qui la città è partita, si vede la Cina più tradizionale insieme alle iniziali influenze occidentali. E si vedono i vecchi; già, ne avevo visti pochissimi fino ad ora. E qui soprattutto si ha la sensazione di una città che aveva un centro e dei confini.





Perché questa sensazione sembra perdersi nella Shanghai moderna. Alla fine penso che quella che ho visto non è una vera e propria città nel senso in cui noi Europei diamo a questa parola, ma l’effetto di un calcolo e di una pianificazione esponenziale.
In fondo quando ero in fila al controllo passaporti al mio arrivo all’aeroporto il visitatore doveva già capirlo. I monitor non ti spiegano solo come comportarti con l’ufficiale addetto ai controlli ma ti ripetono ossessivamente i traguardi raggiunti dalla crescita di Shanghai, del traffico passeggeri nel suo aeroporto. Istogrammi ti illustrano la crescita di tutto, e in tutto la crescita è esponenziale. L’impressione di Shanghai è quella di una città che avrebbe potuto nascere ovunque come il risultato di una formula calcolata a tavolino e fatta di coefficienti da assegnare a diverse variabili: investimenti finanziari, risorse umane a basso prezzo prese dalle campagne, quantità di acciaio e cemento necessario, metri di cavi elettrici, numero nascite pianificate, numero di centri commerciali per bacino di utenza, ecc.
Potrebbe un uomo prefiggersi il compito di visitarla tutta, palmo a palmo? Secondo me sarebbe impossibile. Perché quest'uomo, si troverebbe intrappolato in una sorta di paradosso di Achille e la tartaruga dei tempi moderni. Nel momento in cui avesse finito di percorrere un isolato o salire un grattacielo, vi sarebbero nuovi isolati e nuovi grattaceli sorti da qualche parte.
Una gigantesca e complicata funzione che tende ad un grado di infinito superiore espandendosi orizzontalmente e verticalmente moltiplicando sé stessa.
Ho letto che Shanghai ha avuto nella storia diverse definizioni: la Parigi d’oriente, per le sue ibridazioni europee; la puttana d’oriente per l’abbondare della  prostituzione e del gioco d’azzardo; la città senz’anima per essersi snaturata nell’era moderna; ma la definizione in cui mi sono trovato di più è quella della citta senza fine.

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